L’impareggiabile Giancarlo Mei ha racchiuso con maestria l’anima di “Playing The Italian Songbook” in queste parole appassionate e toccanti, che siamo fieri ed onorati di condividere con voi. Grazie per la tua sensibilità Gianca!

“Arrivare in pieno spolvero a dieci lustri avendo ancora tante cose da dire: traguardo per nulla scontato quando si è una big band di jazz, e per giunta italiana. Per festeggiare una data tanto importante, la Perugia Big Band ha deciso così di confermare il proprio status di autentica eccellenza internazionale – per qualità e continuità – con un delizioso cd in studio, intitolato “Playing The Italian Songbook”, dieci tracce arrangiate ed eseguite in modo semplicemente magnifico.

Giancarlo MeiMacchina perfetta nata nel 1973, quasi in controtendenza rispetto ai tanti jazzisti di rango che iniziavano a flirtare con le grandi novità della popular music generando ibridi eccitanti come il jazz rock, la Perugia Big Band si mosse da subito restando nel solco della tradizione, spaziando dallo swing al be-bop, e producendo quantità di musica spumeggiante e godibile, fatta di strumenti , arrangiamenti e timbriche perfette, giocando con dinamismi impagabili e melodie eseguite in modo sontuoso, dietro alle quali è magari sotteso anche un invito a ballare: vecchia scuola Ellington, con il medesimo gusto per le ritmiche eccitanti e la raffinatezza nella gestione dei fiati. 

Rinvigorita in anni recenti dalla direzione e dagli arrangiamenti del trombonista marchigiano Massimo Morganti, classe 1972, la Perugia Big Band in questo lavoro propone un programma incentrato sulla grande canzone italiana, selezionando con cura ed efficacia non tanto melodie celeberrime, bensì partiture che nella loro eterogenea provenienza affermano un tocco tipicamente italiano nella scrittura, palesemente carico di possibilità e respiro internazionale. 

Se da un lato classici melodici come “E penso a te” di Battisti o l’impagabile “E Poi” di Giorgia Todrani carezzano subito il cuore, dall’altro il tiro eccitante del miglior Pino Daniele (“A Me Me Piace O Blues”) e la geniale “Cara” di Dalla, contribuiscono alla definizione di un ritratto esaltante del nostro canzoniere. 

La voce della brava Silvia Pierucci domina ogni lirica mediando purezza timbrica ed interpretazione sanguigna, in un equilibrio tecnicamente rimarchevole. In una orchestra nella quale ormai da sempre gli strumentisti storici vengono affiancati da giovani talenti umbri e non solo, la cantante perugina, può dirsi lei stessa simbolo primario della continuità e del rinnovamento di cui vive la formazione: il padre della Pierucci fu infatti sassofonista della primissima big band, quella stessa della quale da ormai quasi trent’anni Silvia è divenuta voce carismatica. 

Ad apportare qualità vocale, ad ogni modo, contribuisce anche il bel crooning di DavideTassi, portatore sano di eleganza nel gospel tricolore targato Zucchero e Gino Paoli (“Come Il Sole All’improvviso”), ma anche abile parter della Pierini nel gioiello di Sergio Endrigo “Io Che Amo Solo Te”. 

Un pizzico di esotismo con i due adattamenti che Bruno Lauzi realizzò per “Tem Mais Samba” di Buarque e di “Sentado Á Beira Do Caminho” di Roberto Carlos (rispettivamente “C’è Più Samba” e “L’Appuntamento”), ed ecco che l’equilibrio di sapori e ritmi nel disco può dirsi completo. 

Due gli ospiti di prestigio -il pianista Manuel Magrini e il fiatista Lorenzo Bisogno – ad integrare la big band. Gli arrangiamenti di Morganti, ma anche quelli ideati da Riccardo Catria, Sauro Alicanti e Riccardo Tonello, sono un autentico tripudio di grazia e leggerezza.” 

Giancarlo Mei