La dedizione al giornalismo musicale di Stefano Dentice, con la sua capacità di cogliere sfumature ed emozioni, ci ha regalato una nuova recensione su “La voce agli Italiani”, intrisa di belle parole di apprezzamento. Per questo lo ringraziamo!
“Un disco in cui la Perugia Big Band, oltre al talento del suo direttore e di tutti gli elementi, mette in luce la sua poliedricità stilistica che rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per appeal e fruibilità.”
Mezzo secolo di vita, dal 1973 al 2023.
Un traguardo importantissimo, di cui andare orgogliosi, quello raggiunto dalla Perugia Big Band, storica orchestra jazz italiana nel pieno della sua attività. Per festeggiare questo anniversario, ecco Playing the Italian Songbook (50th Anniversary 1973 – 2023), disco pubblicato dall’etichetta Barly Records.
Diretta dalle sapienti e sicure mani di Massimo Morganti, la jazz band sforna questo album che è un caloroso omaggio alla musica italiana – ad alcuni brani autografati da straordinari autori – rigorosamente (ri)letti in chiave jazz – che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del pop nazionale.
La Perugia Big Band è composta da ben ventuno elementi: Silvia Pierucci (voce), Davide Tassi (voce), Daniele Giardina (tromba e flicorno), Cesare Vincenti (tromba e flicorno), Simone Procelli (tromba e flicorno), Riccardo Catria (tromba e flicorno), Sauro Truffini (flauto, clarinetto e sax alto), Alberto Mommi (flauto, sax soprano e sax alto), Lorenzo Bisogno (clarinetto e sax tenore), Sauro Alicanti (sax tenore e clarinetto basso), Leonardo Minelli (sax baritono), Francesco Angeli (sax baritono), Andrea Angeloni (trombone), Paolo Acquaviva (trombone), Daniele Maggi (trombone), Valentino Spaggiari (trombone basso), Alessio Capobianco (chitarra), Manuel Magrini (pianoforte), Manuele Montanari (basso), Alessandro Nitti (batteria) e Zeno Le Moglie (batteria e percussioni).
La tracklist prevede dieci canzoni che possono tranquillamente essere considerate degli evergreen: Cara (Lucio Dalla, arrangiamento di Massimo Morganti), C’è Più Samba (Bruno Lauzi – Chico Buarque de Hollanda, arrangiamento di Massimo Morganti), E Poi (Giorgia, Massimo Calabrese e Marco Rinalduzzi, arrangiamento di Riccardo Catria), La Canzone di Marinella (Fabrizio De Andrè, arrangiamento di Sauro Alicanti), L’Appuntamento (Bruno Lauzi, Roberto Carlos ed Erasmo Carlos, arrangiamento di Riccardo Catria), Sally (Vasco Rossi e Tullio Ferro, arrangiamento di Riccardo Tonello), Come il Sole all’Improvviso (Gino Paoli e Zucchero Fornaciari, arrangiamento di Massimo Morganti), Io che Amo Solo Te (Sergio Endrigo, arrangiamento di Riccardo Catria), E Penso a Te (Mogol – Lucio Battisti, arrangiamento di Massimo Morganti) e A Me Me Piace O’ Blues (Pino Daniele, arrangiamento di Riccardo Catria).
L’arrangiamento fresco e l’accattivante riff iniziale di basso di Manuele Montanari, in La Canzone di Marinella, cattura immediatamente l’attenzione. L’eloquio di Riccardo Catria, pregno di intriganti inflessioni bluesy, brilla per cantabilità e senso melodico. Sullo stesso mood, Alberto Mommi (al sax alto) cesella un discorso improvvisativo ricco di spontanea musicalità. In E Penso a Te, l’interpretazione di Silvia Pierucci è sobria. L’arrangiamento, fra intarsi armonici e sostituzioni di ottima fattura, è particolarmente interessante.
La versione (ri)arrangiata di A Me Me Piace O’Blues colpisce per il groove netto e marcato, per alcune progressioni ad hoc e spostamenti di accenti diversi rispetto all’originale, ma soprattutto per la felice intuizione dei capovolgimenti ritmici, da funk a swing (in “4”), con un trascinante medium-up. Fluidi ed efficaci i “soli” di Mommi e Catria. Playing The Italian Songbook (50th Anniversary 1973 – 2023) è un album che, dalla prima alla decima traccia, scorre liscio come l’olio, specialmente grazie agli ottimi arrangiamenti che rinverdiscono brani datati.
Un disco in cui la Perugia Big Band, oltre al talento del suo direttore e di tutti gli elementi, mette in luce la sua poliedricità stilistica che rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per appeal e fruibilità.
Stefano Dentice